La realtà dei numeri
Le statistiche, fornite da enti e organizzazioni di matrice occidentale, mostrano chiaramente quanto il nostro modello di sviluppo sia insostenibile:
🔹 Consumo sproporzionato di risorse
Il 20% della popolazione mondiale (in gran parte concentrato in Nord America ed Europa) consuma circa l’80% delle risorse globali (dati elaborati dal World Bank Group, WB Data). Gli Stati Uniti, con circa il 4% della popolazione mondiale, consumano oltre il 17% dell’energia globale (fonte: U.S. Energy Information Administration, EIA).
🔹 Impronta ecologica eccessiva
Secondo il Global Footprint Network (fonte: footprintnetwork.org), la media dell’impronta ecologica in Europa e Nord America è 2-3 volte superiore rispetto alla capacità di carico sostenibile dal Pianeta.
Earth Overshoot Day: la data in cui l’umanità consuma più risorse di quante la Terra possa rigenerare in un anno. Nei paesi occidentali, questo giorno arriva molto prima che altrove (fonte: overshootday.org).
🔹 Rifiuti e inquinamento
L’Europa e il Nord America producono una quantità pro capite di rifiuti urbani tra le più alte al mondo (fonte: United Nations Environment Programme, UNEP).
Gli oceani ricevono milioni di tonnellate di plastica provenienti principalmente dalle economie più ricche e consumistiche (dati WWF, wwf.it).
🔹 Le “nuove età dell’oro” e il mito della crescita infinita
Malgrado questi dati, molti governi occidentali continuano a puntare su un modello di crescita economica illimitata, senza considerare la finitezza delle risorse e la necessità di un’equa redistribuzione.
L’idea che “la crescita del PIL” sia la panacea di tutti i mali ignora l’evidenza: l’aumento del benessere materiale in Occidente è spesso costruito sulla precarietà e lo sfruttamento di altre regioni (fonte: dati Oxfam, oxfam.org).
🔹 Il paradosso degli “Struzzi Occidentali”
Anche se queste statistiche provengono da istituzioni e ONG occidentali, spesso non vengono integrate nelle politiche di governo.
È come se ci fosse una volontà collettiva di “non vedere” il baratro verso cui ci stiamo dirigendo.
Parliamo di “nuova età dell’oro” ma chiudiamo gli occhi di fronte all’Earth Overshoot Day che avanza di anno in anno, ai conflitti per le risorse, all’erosione della biodiversità e al dramma delle migrazioni climatiche.
Conclusione
Questi dati non sono il frutto di un’ideologia “anti-occidentale”, bensì l’analisi di istituzioni e ricercatori radicati nello stesso contesto che proclama la “crescita illimitata”. Sono cifre che rivelano un modello insostenibile, fondato su un consumo eccessivo e una disuguaglianza profonda.
Il ‘Symposium per la Terra e l’Umanità’ vuole rompere questo silenzio e proporre un cambiamento reale, partendo proprio da chi ha contribuito maggiormente a questa crisi e che, di conseguenza, ha anche la maggiore responsabilità di invertire la rotta.