Il sistema bancario: la complicità di un debito infinito

Se c’è un ingranaggio che tiene in piedi il paradigma della “crescita infinita” soprattutto nel mondo occidentale, è il sistema bancario. Dalle banche centrali alle istituzioni commerciali, la finanza ha reso il debito una leva costante per alimentare consumi e profitti, senza considerare i limiti ecologici e sociali del Pianeta.
1. Le banche centrali e il debito pubblico
Debiti pubblici esorbitanti: Molti paesi occidentali hanno debiti pubblici che superano il 100% del loro PIL (fonte: FMI – World Economic Outlook). Gli Stati Uniti, ad esempio, si attestano su un rapporto debito/PIL che sfiora il 120%, mentre alcuni Paesi europei toccano o superano il 150%.
Creazione di moneta e tassi di interesse: Le banche centrali (come la Federal Reserve negli USA, la BCE in Europa, la BoJ in Giappone) immettono liquidità nel sistema, mantenendo tassi di interesse bassi o negativi. Questo incentiva i governi a contrarre ulteriori debiti per sostenere una crescita artificiale e spesso scollegata dall’economia reale (fonte: Banca dei Regolamenti Internazionali – BIS).
Effetto a cascata: Il debito pubblico diventa un “macigno” che viene costantemente rifinanziato e mai risolto. Nel frattempo, le banche centrali lucrano sulla stabilità del sistema, difendendo l’andazzo ma ignorando le disuguaglianze e i danni ambientali.
2. Banche commerciali e consumismo “a rate”
Rateizzazioni e credito al consumo: L’accesso facile al credito spinge i cittadini a comprare beni superflui (nuovi smartphone, tv, auto) che spesso sostituiscono prodotti ancora funzionanti. Questo alimenta la “società dell’usa e getta” e il consumismo compulsivo (fonte: OECD – Consumer Credit Trends).
Il circolo vizioso del debito: Le banche commerciali lucrano sugli interessi dei finanziamenti a famiglie e imprese, rendendo “normale” il concetto di vivere in debito per sostenere un tenore di vita spesso sopra le proprie possibilità.
Pressione pubblicitaria: Le stesse istituzioni finanziarie sostengono campagne di marketing per promuovere prestiti e carte di credito, creando un ambiente dove il debito diventa la regola, non l’eccezione.
3. Complicità nell’insostenibilità
Spinta alla crescita del PIL: L’interesse primario del sistema bancario è mantenere alti i consumi e gli investimenti, perché da lì derivano gli utili e la stabilità dei bilanci. Questo si traduce in una “crescita” che ignora i limiti ambientali e sociali.
Svalutazione del valore reale: Se il credito cresce più velocemente della produzione effettiva di beni e servizi, si crea un divario tra economia finanziaria e reale, con conseguenze devastanti (bolle speculative, crisi cicliche, impoverimento di intere fasce della popolazione).
4. L’illusione della “nuova età dell’oro”
Alcuni leader continuano a promettere una “nuova età dell’oro” basata sull’espansione illimitata del mercato, sostenuta dai prestiti delle banche centrali e commerciali.
In realtà, questo meccanismo si regge sullo sfruttamento di risorse finite, sullo smaltimento irresponsabile dei rifiuti e sullo sfruttamento della manodopera a basso costo in altre parti del mondo (fonte: UNCTAD – Global Trade and Development).
Il sistema bancario, intanto, continua a incassare interessi e commissioni, perpetuando una spirale di debito che arricchisce pochi e lascia la maggioranza in una precarietà costante.
5. Un cambio di rotta necessario
Riforma del sistema monetario: Serve una revisione profonda delle politiche delle banche centrali, affinché l’emissione di moneta non sostenga più solo la crescita del PIL ma anche la giustizia sociale e la tutela dell’ambiente (fonte: Positive Money Europe).
Educazione finanziaria e riduzione del debito privato: La società deve imparare a distinguere i consumi essenziali dai superflui, smettendo di accumulare debiti per oggetti non necessari.
Trasparenza e responsabilità: Le banche dovrebbero rendere pubblici i dati sui finanziamenti erogati a settori inquinanti o all’industria bellica, e i governi dovrebbero incentivare progetti sostenibili.
👉 Conclusione
Il sistema bancario, così com’è oggi, sostiene e amplifica le storture di un modello occidentale insostenibile. Continuare a ignorare questo fatto significa accelerare la corsa verso il collasso ambientale e sociale. È ora di chiedere responsabilità e cambiamento, partendo proprio da chi ha in mano le chiavi del debito e del credito, e riconoscendo che la vera ricchezza non si misura in interessi e tassi di crescita, ma nella qualità della vita e nell’equilibrio con la Terra.

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